La chimica è una delle pietre angolari della nostra società moderna. Tuttavia, per fornire alla generazione futura un tenore di vita uguale o migliore, dobbiamo anticipare e limitare l'impatto degli esseri umani sull'ambiente. Questa constatazione ha portato alla definizione di dodici principi che dovrebbero aiutare i chimici a sviluppare protocolli più sostenibili per la progettazione razionale di nuove reazioni o nuovi processi industriali attraverso quella che essi chiamavano "chimica verde". Negli ultimi decenni, ad esempio, molti sforzi sono stati dedicati allo sviluppo della catalisi. L'impressionante lavoro dedicato a questo approccio ha portato a risultati senza precedenti, in particolare in termini di efficienza, selettività e rifiuti (sviluppo di processi catalitici). La catalisi dei metalli di transizione può essere citata come l'esempio più rilevante di tali risultati. Il problema scientifico della tossicità dei metalli di transizione nobili è stato recentemente affrontato dalla comunità scientifica. Pertanto, sono stati presi in considerazione metalli meno tossici e più disponibili, ma i loro usi sono ancora limitati a causa della loro portata ridotta. L'elettrosintesi è conosciuta da anni e può essere considerata una tecnica "verde" per promuovere le reazioni di ossi-riduzione. L'elettrosintesi si basa sull'uso di elettroni semplici come reagenti "puliti" per eseguire reazioni di ossidazione o riduzione rendendo questa tecnica attraente per la comunità universitaria e industriale. Alcune applicazioni industriali sono state sviluppate, ad esempio, da Monsanto per la sintesi dell'adiponitrile (300000 tonnellate all'anno) mediante dimerizzazione dell'acrilonitrile. Altri aspetti dell'elettrosintesi l'hanno resa molto attraente per i chimici sintetici come 1) pulizia (i reagenti metallici sono sostituiti da elettroni semplici, riducendo così gli scarti chimici alla fine della reazione), 2) un ampio campo di elettroattività che va da -3,0 V/ENH a + 2,5 V/ENH a seconda del solvente utilizzato per accedere a un'ampia gamma di specie reattive generate in situ da precursori inerti in condizioni lievi e consentendo l'accesso a molte trasformazioni chimiche, 3) la selettività (possibilità di mirare selettivamente una specie specifica da una miscela di reagenti in condizioni potenzialmentestatiche) e il controllo della cinetica della reazione (regolando l'intensità corrente applicata al sistema in condizioni galvanostatiche) e infine 4) gli aspetti analitici (voltametria ciclica che consente a priori di ottenere informazioni accurate sul potenziale di ossidazione o riduzione dei vari reagentissimpliati in una reazione e successivamente l'illucidazione del meccanismo di reazione). Nonostante questi vantaggi, l'estensione dell'elettrosintesi è stata confrontata con diversi problemi che ne hanno ostacolato lo sviluppo come tecnica di laboratorio comune. In particolare, la bassa conducibilità dei solventi organici che richiedono l'uso di elettroliti di supporto (in generale, ammonioquaterari o sali di litio) in combinazione con un solvente polare (al fine di solubilizzare il supporto elettrolitico) per superare questa limitazione e la complessa configurazione legata a parametri non convenzionali per il chimico di sintesi (natura e geometria degli elettrodi, regolazione del potenziale o dell'intensità, geometria della cellula con 2 compartimenti o non divisi).L'assenza di semplici soluzioni tecniche a questi svantaggi dell'elettrosintesi organica in particolare per i chimici di sintesi abbinata all'impressione scientifica dell'elettrochimica generale è la comprensione più utile dell'elettrosi.